Domaine de la Romanée-Conti
Il Domaine de la Romanée-Conti, anche abbreviato come DRC, può essere considerato a tutti gli effetti il tempio del vino, da cui prendono vita leggendari e inarrivabili Pinot Nero e l’immenso Chardonnay affinato in legno di Montrachet. Icona internazionale di Borgogna, i suoi vigneti si estendono per 25 ha intorno al villaggio di Vosne-Romanée, nella mirabile cornice della Côte d’Or.
La sua origine risale al 1451, anno in cui la famiglia Croonembourg acquistò il piccolo e primo vigneto della tenuta, Cros de Clou, dai monaci dell’Abbazia di Saint-Vivant, poi ribattezzato in Romanée perché appartenuto nei tempi passati al Prefetto di Roma. La seconda parte del nome, -Conti, fu aggiunta in onore del celebre proprietario del 1760, il principe Louis-François Bourbon de Conti, che si aggiudicò la vigna in seguito alla sua contesa con madame de Pompadour alla corte di Luigi XV.
Con il passaggio di proprietà alla famiglia Duvault-Blochet, nel 1870, furono ampliati i confini del domaine, con le parcelle di Échezeaux, Grands-Échezeaux, La Tâche e Richebourg. Acquisendo, con i discendenti De Villaine, anche la parcella di Romanée-Saint Vivant.Con l’annessione dei primi appezzamenti di Montrachet si completa il ventaglio dei 7 Grand Cru, costituenti una denominazione a sé stante, da cui originano i 7 vini principali del Domaine de la Romanée-Conti, ciascuno recante in dote le caratteristiche uniche di ogni climat ma aventi come denominatore comune un’eleganza fuori dal comune.
Si tratta di vini eccellenti, avvolti da un’aura di mistero e fascino, ma che devono in parte il loro successo ad alcuni fattori favorevoli quali: la minima estensione dei vigneti, di massimo 6 ettari, e quindi la conseguente scarsità di questi vini, l’età avanzata delle viti di 44 anni in media, le bassissime rese, la cura maniacale sia in vigna che in fase di vinificazione in cui il trasferimento delle masse avviene esclusivamente per gravità e l’affinamento è condotto unicamente in barrique nuove di rovere di Tronçais, costruite appositamente per le cantine di Romanée-Conti.
Queste grandi etichette di Borgogna divengono ancora più espressive e raffinate con la conversione al biodinamico del 1996, con una conseguente riduzione delle rese da 25 a 18 ettolitri per ettaro, un primato assoluto tra i Grand Cru di Borgogna, la cui resa si attesta generalmente intorno ai 35 ettolitri per ettaro. Il rispetto della natura è uno dei capisaldi della filosofia produttiva del domaine. Sono rari vini dotati di questa concentrazione, di questa struttura, di questa persistenza ed equilibrio.